MANIFESTAZIONE FIPE BARI: “SIAMO A TERRA! CI RIALZEREMO MA GLI AIUTI ARRIVINO SUBITO”

di redazione press

MANIFESTAZIONE FIPE BARI: “SIAMO A TERRA! CI RIALZEREMO MA GLI AIUTI ARRIVINO SUBITO”

Bari Attualità

letto: 160 volte 28 ottobre 2020 Non raggiunti il minimo di 3 voti.


Una protesta tanto ordinata e silenziosa quanto determinata. Sono oltre 10mila le persone che si sono riunite nelle 24 piazze allestite lungo tutta la penisola per esprimere i valori economici e sociali della ristorazione e dell'intrattenimento italiano. La chiusura anticipata di bar e ristoranti e le misure restrittive nei confronti di imprese di catering, banqueting e intrattenimento, rischia di essere il colpo di grazia ad un settore sull'orlo del baratro fallimentare. Imprenditrici e imprenditori che, chiamati a raccolta da Fipe – Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, hanno simbolicamente apparecchiato per terra, disponendo oltre 1000 coperti rovesciati a ricordare alla politica lo stato di emergenza nel quale versa il settore della ristorazione con 300mila posti di lavoro a rischio, 50mila aziende che potrebbero chiudere entro fine 2020 e 2,7 miliardi di euro bruciati solo per effetto dell’ultimo decreto. Protesta del tutto apolitica, pacifica e nel pieno rispetto delle regole, a dimostrazione del grande senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato gli imprenditori del settore.

“Noi oggi siamo a terra ma non ci arrendiamo – sottolinea il Presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani -. Prima della pandemia davamo da mangiare a oltre 11 milioni di persone ogni giorno e vogliamo continuare a farlo. Oggi ci viene chiesto di sospendere la nostra attività per senso di responsabilità e per contribuire a ridurre l’impennata dei contagi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, pur sapendo che i nostri locali sono sicuri. Lo sappiamo perché lo dicono i dati e lo sappiamo perché nei mesi scorsi abbiamo investito tempo, risorse ed energie per renderli sicuri.

"E’ una situazione davvero difficile. Con questa iniziativa – spiega Nicola Pertuso consigliere nazionale e regionale di FIPE vogliamo ricordare i valori economici e sociali della categoria, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del Covid19, nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno. La nostra categoria rappresenta un comparto importantissimo. Non siamo untori e rivendichiamo il diritto di lavorare. Il Decreto Ristori approvato dal Governo è un primo importante segnale che va apprezzato, ma dopo decine di provvedimenti che hanno avuto problemi a diventare realmente operativi, penso ad esempio ai ritardi della cassa integrazione, il fattore tempo è essenziale per recuperare un po' di fiducia nelle istituzioni. Se le risorse promesse non arriveranno sui conti correnti degli imprenditori entro i primi giorni di novembre, il Paese perderà una componente essenziale dell’agroalimentare e dell’offerta turistica che da sempre ci rendono unici al mondo”.

Proprio per ribadire l’importanza del settore della ristorazione e dei pubblici esercizi in generale, i partecipanti alla manifestazione hanno imbracciato una serie di cartelli con impresse le loro parole d’ordine: dalle categorie professionali (cuochi, lavapiatti, bartender, sommelier, bagnini…) ai valori rappresentati (professionalità, accoglienza, ospitalità, passione…) ai numeri della crisi. Un modo per raccontare un mondo di saperi che rischia di perdersi.

" I pubblici esercizi sono prima di tutto aziende,- ha detto Sandro Ambrosi Presidente di Confcommercio Bari-BAT - aziende che danno luce e lustro alle città, aziende che creano socialità, aziende che hanno e stanno rispettando le regole, e vogliono continuare a stare nelle regole ma hanno urgenza di avere aiuti e velocemente, altrimenti la maggior parta sarà costretta a chiudere. Questo il messaggio che oggi parte da questa piazza, non siamo gli untori della società. Ringraziamo il Governo per gli aiuti promessi ma devono arrivare velocemente"

" Le ulteriori restrizioni - ha spiegato Dino Saulle Presidente FIPE provinciale per i ristoratori contenute nell’ultimo DPCM rischiano di essere il colpo di grazia per il settore dei pubblici esercizi, già tra i più colpiti dalla spaventosa crisi generata dalla pandemia. Infatti, secondo le stime, a fine anno il comparto rischia di perdere 50.000 aziende con ben 300.000 posti di lavoro in bilico. Per questo, oggi anche a Bari siamo scesi in piazza, per evitare che passi il messaggio che i pubblici esercizi abbiano un ruolo nella diffusione del contagio. Non esiste alcuna connessione tra quest’ultimo e l’apertura dei locali, anche perché gli operatori del settore rispettano seriamente i protocolli sanitari imposti e validati dal Cts e dall’Inail. Protocolli che hanno richiesto investimenti economici significativi e garantito sicurezza ai consumatori”.