Quel "Carneade" dello spread

di salvatore di gennaro

Quel "Carneade" dello spread

Corato Politica

letto: 126 volte 10 ottobre 2018 Non raggiunti il minimo di 3 voti.


Per chi, a scuola, ha letto ("obtorto collo") i "I promessi sposi", il nome di questo filosofo non suona nuovo. Per gli altri, il Carneade di turno è lo "spread". Tutti ne parlano, pochissimi sanno esattamente cosa sia. Ma, come quando nostra madre ci parlava, per metterci paura e farci comportare bene, dell'"uomo nero", e noi le credevamo, anche se non l'avevamo mai visto, così, tale "spread", viene descritto dai giornalisti: un qualcosa per il quale dover provare il massimo terrore. Probabilmente c'è anche il fatto che il differenziale viene moltiplicato per cento, facendo apparire un divario di tre punti di interesse fra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, un macroscopico e preoccupante "300". Praticamente dobbiamo temere un eventuale crollo degli investimenti, specie esteri; un costo superiore dei prestiti delle banche se queste, una volta acquistati i titoli di Stato per poi rivenderli ai loro clienti, si trovassero nella condizione di non sapere a chi darli, perché non richiesti, in quanto probabilmente insicuri. Ed allora tali banche si rifarebbero sugli alti tassi di interesse dati a chi richiede loro un prestito. E' uno scenario apocalittico, ma tutto da dimostrare. E' chiaro che alla base vi è un disegno, a livello europeo, per distruggere le potenzialità di questo governo di centrodestra: viene chiamato "populista", "fascista", "razzista", "incompetente", "incosciente". E questo, è iniziato ancor prima che esso cominciasse a lavorare. E' il timore, da parte di "chi conta" in Europa, che, se mai esso dovesse avere successo, possa poi influenzare i vari nazionalismi latenti, che percepiscono l'Europa come una "scarpa stretta", ed innescare una reazione a catena. E più si avvicinano le elezioni europee, più questi attacchi diventano pressanti. Questo governo, pur dichiarando di rispettare l'Europa e l'euro, vuole affrancarsi dalla asfissiante sudditanza verso i mercati, considerati da tutti come i veri parametri della qualità della vita; vuole rimarcare la nostra sovranità. Male fanno, i vari Conte, Salvini, Di Maio, a rispondere alle provocazioni verbali: gli italiani li hanno votati, gli italiani li giudicheranno. Chiaramente l'opposizione nostrana (e vale per qualunque essa sia), così inutile e costosa al Parlamento, (dato che potrebbe essere rappresentata dai soli segretari dei partiti di opposizione, ed eviterebbe anche il vergognoso "cambio di casacca"), gode nell'unirsi al coro di insulti e di cattivi presagi. Non saremmo dei "veri italiani", se ciò non avvenisse.