Blackout challenge: una trappola mortale!

di Savino Sarno

Blackout challenge: una trappola mortale!

Barletta Attualità

letto: 405 volte 25 gennaio 2021 Non raggiunti il minimo di 3 voti.


Negli ultimi anni si sono diffusi in rete una serie di trappole il cui scopo sarebbe quello di portare i partecipanti a gesti estremi. Dalla Blue Whale alla Blackout challenge.

Blackout challenge è la nuova scioccante sfida di un social molto famoso che ha ridotto nei giorni scorsi una bimba palermitana di 10 anni all'arresto cardio-circolatorio. La scomparsa della bambina di Palermo, morta soffocata a 10 anni, ha riacceso il dibattito sulle challenge sui social, e sull'uso del web da parte dei più piccoli.

Blackout challenge, di cosa si tratta? E’ una sfida social che porta i partecipanti a cercare di sfiorare la linea di confine tra la vita e la morte strangolandosi fino a provocarsi uno svenimento. Social poiché poi il tutto viene immortalato in un video e postato. Difficile da credere che sia stato un social network a ridurre la bambina in queste condizioni e che tutto abbia avuto inizio dalla volontà di divertirsi con i propri amici.

E’ diventato il social più amato da bambini e adolescenti, e sempre più diffuso anche nel mondo degli adulti. I meccanismi interni della piattaforma si basano sulla realizzazione di video creativi e la partecipazione a sfide: gli utenti si filmano mentre sfidano se stessi in una prova, cercando di compiacere i propri followers e guadagnare pubblico. E questo è anche l'obbiettivo della blackout challange, l'ultima delle numerose iniziative degli utenti diventata virale sul social musicale cinese. Una prova di resistenza che consiste nel mostrare la propria capacità di resistere maggior tempo possibile con una cintura stretta attorno al proprio collo. Insomma una follia! Abbiamo anche il coraggio di chiamarlo gioco! Vorrei ricordare che quando parliamo di “gioco” ci riferiamo a qualsiasi esercizio, singolo o collettivo, cui si dedichino bambini o adulti per passatempo o svago o per ritemprare le energie fisiche e spirituali, questa è la sua definizione! Viviamo in un’epoca dove l’ignoranza non è più accettabile come giustificazione. L’informazione è a portata di tutti, possiamo dire “tutto in una mano”, sì, perché con il nostro cellulare in pochi secondi possiamo cercare e approfondire qualsiasi tematica. Vorrei anche ricordare ai più grandi, i più maturi, che mettono al mondo figli, che questi non cresceranno da soli come se fossero erba selvatica ma hanno bisogno sin da piccoli di guida, di istruzione e do educazione. Genitori, siete il loro faro, il loro riferimento. Prendetevi tutto il tempo che serve per trasmettere queste certezze. Potreste se non correte ai ripari ritrovarvi protagonisti di una triste vicenda, la prossima vittima del “gioco” potrebbe essere vostro figlio!

Purtroppo stiamo assistendo da tempo alla diffusione dell’analfabetismo emotivo è l’utilizzo massiccio dei media che favoriscono un modello di relazioni mediate, privando il soggetto di quegli script utili alla lettura e l’applicazione dei comportamenti sociali. A venir meno è soprattutto la capacità di riconoscere le emozioni dell’altro e, di riflesso, di comprendere le proprie; ciò in prima istanza porta al disinteresse emotivo. Sto parlando di ragazzi che comunicando spesso tramite la tecnologia hanno disimparato a riconoscere la ricchezza della comunicazione diretta.

Cosa può fare un genitore per prevenire gli aspetti negativi legati ai Social Network?

Comunicate apertamente dei pericoli, informatevi ed informate. Sappiate ascoltare e costruire quella rete di protezione che si chiama “fiducia”. Siate coerenti, date l’esempio! Cercate di rinunciare ai vostri interessi per dedicarvi agli interessi dei vostri figli affinché crescano consapevoli del sistema in cui viviamo, dominato dal potere e dagli interessi economici di esseri senza scrupoli che godono nel vedere famiglie distrutte dalla follia di un gioco bestiale. Dare in mano ad un bambino uno cellulare senza nessun controllo nell’accesso ad internet e ai social sarà come dargli in mano una pistola carica e dimenticare che basterà un click!