Mafie in Puglia: al Liceo Artistico Federico II la toccante testimonianza della dottoressa Marcone

di Mariacarla Quaranta

Mafie in Puglia: al Liceo Artistico Federico II la toccante testimonianza della dottoressa Marcone

Corato Attualità

letto: 477 volte 10 marzo 2018 Non raggiunti il minimo di 3 voti.


Meglio farsi i fatti propri”, “è andato a cercarsela”, “si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato” sono frasi che vengono pronunciate frequentemente quando si parla di vittime di mafia, forse perché molti si sono abituati ad un clima di illegalità diffusa che rende l’illegalità legale, un fatto naturale.

Se ne è parlato al Liceo Artistico Federico II “Stupor mundi”, dove, sotto il coordinamento dei professori Mariella Capobianco, Piero Cervellera, Pia Lafasciano, Alessandra Loprieno e del preside Savino Gallo, è stata invitata la dottoressa Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera e autrice del testo “Non a caso”, ma prima ancora vittima di mafia, perché suo padre, Francesco Marcone, direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia, è stato assassinato dalla mafia foggiana, per aver compiuto il suo dovere di dirigente dello Stato. Daniela, il 31 marzo del 1995, rientrava a casa quando vide, riverso per terra, sulle scale del portone del condominio dove abitavano, il corpo del padre: era di spalle, immediatamente non lo riconobbe o forse, in quel momento, il suo animo si rifiutava di farlo, ma non ebbe dubbi quando vide i suoi calzini bianchi, colore che abitualmente usava per questo indumento, unica nota “stonata” di un uomo sempre vestito in modo elegante e oggetto di bonaria “presa in giro” tra figlia e padre. Da subito si parlò di delitto di mafia e da allora la sete di giustizia per l’omicidio del padre è cresciuta parallelamente alla presa di coscienza del fenomeno della mafia in Puglia. Sì, perché di mafia, in Puglia, se ne parla poco, come se fosse una mafia di serie B e a molte delle famiglie delle vittime è mancato proprio il riconoscimento sociale di quanto è accaduto. Da qui nasce l’impegno della dottoressa Marcone nel voler ricostruire nomi e volti di chi, in Puglia, è stato vittima innocente di mafia e l’esigenza di scrivere questo libro “Non a caso”, perché, come dice l’autrice, “non è mai il caso a premere il grilletto o a programmare un attentato neanche quando casualmente si muore perché si era lì in quel momento”.

L’obiettivo finale è quello di rendere tutti noi consapevoli dell’esistenza non di una, ma di diverse mafie in Puglia, come documentato nel libro, dalla Sacra Corona Unita alla mafia barese, dalla Società foggiana alla mafia garganica, e, attraverso il ricordo delle storie delle vittime, costruire una memoria collettiva e “viva”, che sia in grado di creare una “società diversa, formata da persone che si oppongono, non solo a parole, ma con le scelte e i comportamenti, alle ingiustizie, alle violenze, alla corruzione. Le vittime delle mafie non sono morte per una targa, una lapide, un discorso commemorativo, ma per un ideale di giustizia che sta a tutti noi realizzare”, partendo proprio dai giovani che sono il futuro e la speranza del nostro Paese.


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