LETTERA APERTA DI UNA LETTRICE

di UNA LETTRICE

LETTERA APERTA DI UNA LETTRICE

ANDRIA Cronaca

letto: 1372 volte 23 marzo 2020 Non raggiunti il minimo di 3 voti.


In questo periodo (così duro per tutti) in cui c‘è la necessità di rimanere TUTTI chiusi in casa e, soprattutto, di tenere al sicuro i nostri bambini, il mio pensiero va a quanti stanno combattendo in prima linea nei nostri ospedali… medici, infermieri, OSS, e poi alle Forze dell‘ordine, ai lavoratori ancora all‘opera per non farci mancare il necessario.

Sono giovani, padri, madri che, in questo momento, stanno rischiando la propria salute e, peggio, quella delle proprie famiglie PER NOI!

Leggiamo, tutti leggiamo... continuamente... le notizie che si susseguono di ora in ora.

Tutti rimaniamo sgomenti, atterriti di fronte alle immagini dei tanti, troppi morti… di fronte al dolore palpabile negli occhi, nelle parole di chi non ha potuto neanche dare un conforto, un ultimo abbraccio, un ultimo bacio al proprio congiunto che non ce l‘ha fatta.

Eppure troviamo il tempo di scrivere commenti, ci sentiamo in diritto di criticare, attaccare chiunque non la pensi come noi.

Penso, come la maggior parte degli andriesi, che questo non sia più il momento delle parole, delle canzoni al balcone e neanche dei buoni propositi se poi, questi, rimangono solo tali.

Molte associazioni territoriali (Onda d‘Urto, associazioni di imprenditori, Protezione Civile, Regione ecc...) si sono mosse per

promuovere raccolte fondi da poter destinare all‘acquisto didispositivi come camici, mascherine, gel igienizzanti… qualunque cosa possa proteggere sia il personale medico e sanitario, sia le categorie più deboli.

Io trovo che ognuno di noi possa aiutare con un gesto tangibile…seppur piccolo.

Ognuno di noi ha qualcuno da proteggere in particolar modo.

Ognuno di noi, da solo, non può nulla ma tutti insieme... possiamo salvare Vite.


Non è mia intenzione promuovere donazioni per questo o quell‘altro ente…

Tutti hanno uno stesso scopo comune: AIUTARE A SALVARE VITE!

Vorrei solo che ognuno di noi si fermasse un attimo a pensare.

Bisogna che realizziamo (finalmente e TUTTI) che potrebbe essere il proprio turno o, peggio (e davvero non lo auguro a nessuno!), quello del proprio figlio, del proprio genitore, del proprio caro!

Se permettiamo che i nostri medici di base, i medici e gli infermieri dei nostri ospedali e quanti sono più esposti al rischio contagio, si ammalino… nessuno potrà aiutarli, nessuno potrà aiutarci.

Io, il mio piccolo gesto l‘ho fatto… confido nel tuo!