Chi inquina a Barletta? Un confronto tra i Bilanci di Sostenibilità di Buzzi Unicem e Timac

di Vincenzo Loperfido

Chi inquina a Barletta? Un confronto tra i Bilanci di Sostenibilità di Buzzi Unicem e Timac

Barletta Attualità

letto: 476 volte 12 dicembre 2016 Non raggiunti il minimo di 3 voti.


E’ moda recente delle aziende barlettane accusate di inquinamento di pubblicare “Bilanci di Sostenibilità” per celebrare le proprie “buone azioni” fatte per l’ambiente, con tanto di numeri, grafici e immagini accattivanti. A un certo punto, però, sarebbe buona cosa anche andare ad analizzarli questi numeri. Io, avendo qualche competenza tecnica in materia, mi sono preso la briga di farlo, confrontando i dati forniti da Buzzi Unicem e Timac negli ultimi Bilanci di Sostenibilità del 2015, pubblicati sui loro siti. Nei rapporti viene indicata la quantità complessiva delle sostanze inquinanti emesse dai due gruppi industriali in tutti gli stabilimenti sparsi per il territorio italiano, ma per ottenere i dati relativi ai soli impianti presenti a Barletta basta moltiplicare i valori riportati nei Bilanci di Sostenibilità per la capacità produttiva degli stabilimenti barlettani, riportata sui siti di Buzzi Unicem e Timac.

Da questo calcolo e dal confronto risulta che la cementeria di Buzzi Unicem emette ogni anno: 40-50 tonnellate di polveri (addirittura 15-20 volte la Timac), 800-1000 tonnellate di NOx (100-150 volte la Timac), 600-800 tonnellate di SOx (400 volte la Timac), 1000 tonnellate di monossido di carbonio (che la Timac non emette per niente). Insomma, a leggere il Bilancio di Buzzi Unicem si spiega forse perché a volte la centralina Arpa segnala picchi di zolfo e soprattutto di NOx, oltre al valore di fondo dovuto al traffico veicolare. Senza conteggiare i 100-200 chili all’anno di metalli pesanti potenzialmente cancerogeni (mercurio, nickel, cromo, etc.) e diossine varie che provengono dai camini della cementeria e che, ahimè, non sono misurati dalla centralina (il tutto, come ha detto la magistratura nei giorni scorsi, senza che Buzzi Unicem abbia mai presentato un’autorizzazione per svolgere l’attività di incenerimento, facendo valere la condizione di impianto preesistente).

Il presidente della commissione Ambiente della Regione, Filippo Caracciolo, ha poi ottenuto l’allargamento del monitoraggio ambientale. La domanda che faccio da cittadino, allora, è: ci sono i dati? Chi è che inquina?


Vincenzo Loperfido, perito chimico